Casale capitale?
Caro
Direttore,
non
avendo
avuto
modo
di
approfondire
la
questione
della
candidatura
di
Casale
Monferrato
a
capitale
italiana
della
cultura,
in
un
primo
momento
mi
era
parsa
un’idea
quantomeno
stravagante.
Tuttavia,
quando
ancora
tale
candidatura
era
solo
un’ipotesi,
ho
avuto
l’opportunità
di
assistere,
proprio
a
Casale,
a
una
conferenza
sull’Europa,
tenuta
dall’ex
presidente
del
Consiglio
Enrico
Letta.
È
stato
una
ascolto
oltremodo
interessante,
ma
ciò
di
cui
vorrei
parlare
in
questa
sede
è
lo
stupore
che
mi
ha
preso
nell’entrare
per
la
prima
volta
nella
Biblioteca
del
Seminario.
Magnifico
esempio
di
architettura,
con
soffitto
affrescato
e
pareti
interamente
ricoperte
da
migliaia
di
libri.
Molti
di
essi
sono
edizioni
rare
e
pregiate,
testi
miniati,
ma,
soprattutto,
si
ha
l’impressione
di
essere
tra
le
pagine
della
storia.
L’ambiente
non
è
eccessivamente
grande,
ma
l’atmosfera
è
solenne
pur
senza
incutere
soggezione.
Ora,
il
fatto
che
io
non
conoscessi
l’esistenza
di
questo
specialissimo
luogo,
può
far
presumere
del
perché
io
non
sapessi
della
candidatura
della
città.
Casale
possiede
bellissimi
monumenti,
come
il
Duomo,
la
Sinagoga,
tanti
palazzi
antichi
e,
soprattutto,
una
lunga
e
gloriosa
storia
quale
Capitale
del
Monferrato.
Se
la
candidatura
si
basa
su
queste
premesse,
allora
è
ampiamente
giustificata.
Temo
però
che
la
contemporaneità
non
sia
all’altezza
della
storia.
E
una
città
che
non
sia
consapevole
del
proprio
valore
e
non
lo
coltivi,
forse
non
merita
particolari
riconoscimenti.
A
meno
che
la
candidatura
non
sia
una
presa
di
coscienza,
un
rigurgito
di
orgoglio
e
un
proposito
per
il
futuro.
Auguri
a
Casale
e
all’Italia,
che
recuperino
entrambe
coscienza
di
popolo,
della
propria
storia
e
dell’enorme
giacimento
di
cultura
e
bellezza
che
la natura e i padri ci hanno tramandato.
Nadia Mai
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23/01/2018
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Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014
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