Sarà ancora l’odio, la cifra del 2017?
Durante
le
feste
un
artificiere
della
polizia
ha
perso
una
mano
e
un
occhio.
Era
già
smontato
dal
lavoro.
Richiamato
in
servizio
con
urgenza
per
disinnescare
un
ordigno
trovato
davanti
ad
una
libreria.
La
riflessione
è
che,
purtroppo,
la
cifra
di
questo
nostro
tempo
sia
l’odio.
Odio
politico,
di
religione,
di
razza,
di
censo,
di
culture
e
anche
di
tifoserie.
La
rivalità,
l’aggressività,
la
sopraffazione
fanno
parte
del
nostro
patrimonio
genetico.
Ma
allora
la
civiltà?
A
cosa
sono
servite
alcune
migliaia
di
anni
di
cammino
sulla
Terra?
Direi
che
c’è
addirittura
un’involuzione.
Le
guerre
prima
si
facevano
per
conquista,
ma
credo
non
ci
fosse
un
odio
personale,
almeno
tra
i
combattenti,
i
quali
piuttosto
le
subivano.
Penso
alla
guerra
di
trincea
dove
i
soldati,
nei
rari
momenti
di
tregua,
cercavano
persino
di
fraternizzare
accumunati
dalla
medesima
sofferenza.
Adesso
ogni
azione
è
improntata
e
dettata
dall’odio:
odio
che
muove
i
terroristi
islamici,
che
arma
la
mano
degli
avversari
politici,
che
si
palesa
mille
volte
al
giorno
nella
virulenza
verbale
sui
social
media.
Io
stessa
a
volte
sono
tentata
di
aggredire
-
anche
se
solo
a
parole
-
chi
mi
contrasta
o
non
condivide
le
mie
posizioni.
Qui
sta
però
la
differenza:
la
mia
tentazione
non
ha
seguito
perché
l’educazione
e
la
coscienza
controllano
i
miei
istinti peggiori. La civiltà dovrebbe essere l’argine tra l’intenzione e l’azione.
Nadia Mai