Consigli di lettura
Intende offrire la recensione di uno dei testi affini all'habitat di PDB e dei suoi Amici.
Segnala
un
titolo
e
un
autore
senza
pretesa
di
esegesi:
sottolinea,
piuttosto,
come
un
contenuto
possa
diventare
un
interesse
di
lettura,
una
occasione
per
porsi
interrogativi
e
sviluppare dialogo.
Qui segnaliamo, di Brunetto SALVARANI, “dopo. Le religioni e l'aldilà”, Laterza, Bari 2020.
La
domanda
su
che
cosa
sarà
di
noi
dopo
la
morte
richiama,
in
questi
giorni
in
cui
ricorre
il
quarto
anniversario della morte di Paolo, il suo ricordo.
Personalmente sono grato a Dio per due motivi:
anzitutto
per
quello
che
finora
ho
ricevuto
dalla
vita,
dalla
famiglia,
dai
miei
maestri
e
dagli
amici
e
poi
–
e
forse
più
importante
–
per
quello
che
io,
con
fede,
so
che
riceverò.
Il
mio
futuro
è
nelle
mani
di
Dio
e
sono
grato
per
quel
che
non
ho
ancora
ma
che
avrò
da
Dio,
e
di
cui
sono
certo
in
virtù
dell'atto
di
fede.
Ciò
vale
per
questa
vita
e
anche
per
la
morte,
nel
senso
che
io
so,
per
fede,
che
tutti
coloro
che
muoiono
saranno
richiamati
alla
vita
attraverso
la
promessa
della
risurrezione.
Per
chi
crede,
Dio
è
mechajè
ha-metim,
come
ricorda
la
liturgia
ebraica,
ossia
Colui
che
fa
tornare
in
vita
i
morti.
Sono
dunque
grato
per
il
mio
passato
e
per
il
mio
futuro,
e
anche
per
il
passato
e
il
futuro
degli
altri,
il
cui
destino
io
metto
con
la
preghiera,
per
così
dire,
nelle
mani
di
Dio.
Sono
poi
grato
anche
al
mio
prossimo,
umano
e
non
umano.
Penso
anche
agli
animali
domestici
che
hanno
condiviso
la
nostra
casa,
i
nostri
cani
e
i
nostri
gatti.
È
una
gratitudine
reciproca, mia verso di loro e loro verso di me, che si manifesta nello sguardo reciproco.
È
un
Paolo
che
percepisce
e
si
abbandona
alle
cose
ultime,
sostenuto
dalla
speranza
nella
vita
eterna.
E
immediatamente
ritornano
le
sue
ultime
parole
quando,
in
pubblico,
nella
Biblioteca
Astense,
in
occasione
della
presentazione
di
“Fare
libri”
*
salutò
tutti
noi
e, a conclusione di un breve discorso, disse: “...io presto sarò tra le braccia del Padre”.
Quest'ultimo
Paolo
sta
a
indicare
un
suo
percorso
di
ricerca
sulla
parola
“novissime”
intese
come
“le
cose
ultime”,
percepite
e
trovate.
Questo
approdo
è
tanto
più
significativo
se
pensiamo
che
una
decina
di
anni
precedenti
alla
sua
morte,
allo
scambio
del
gesto
di
riconciliazione,
durante
una
messa
in
S.Secondo,
accompagnato
dalle
mie
parole
di
ringraziamento
per
la
pace
che
sapeva
donare
a
tutti
noi,
ebbe
a
slanciare
le
braccia
e
con
occhi
ieratici
esclamò:
“Ma
io
sto
ancora
cercando
la
pace!”:
la
ricerca
di
senso, anche perché Dio tende a nascondersi.
Il
cardinal
Gianfranco
Ravasi,
a
proposito
del
libro
di
Brunetto
Salvarani,
sottolinea,
in
un
articolo
su
“Il
Sole
24
Ore”,
“...non
teme
di
inoltrarsi
lungo
i
sentieri
esterni
rispetto
alla
pianura della teologia”.
È una buona lettura, per noi uomini che ci sentiamo immortali senza l'aldilà.
*
Agnese
Cini
–
Paolo
De
Benedetti
“Fare
libri,
panorama
completo
delle
opere
di
PDB”
Morcelliana, Brescia 2016
Enzo Montrucchio
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