Divertitevi … in orfanotrofio
Spettabile Redazione
Il
titolo
che
ho
pensato
per
il
mio
intervento
è
lo
stesso
dato
da
un
umorista
che
scrive
per
un’importante
testata
nazionale
della
nostra
regione.
Credo
che
riassuma,
in
terribile,
amarissimo,
quanto
reale
sarcasmo
il
disastro
che
ha
comportato
stralciare
dalla
recente
proposta
di
Legge
che
dovrà
disciplinare
le
unioni
civili,
la
possibilità
di
adottare
i
figli
minori
della
persona
con
cui
si
vive,
qualora
quest’ultima
muoia.
Qui
non
si
tratta,
secondo
me,
di
capire
e
decidere
se
sia
giusto
o
meno
sposarsi
o
convivere
e,
tantomeno,
se
le
coppie
omosessuali
debbano
avere
gli
stessi
diritti
delle
altre.
Questi
sono
temi,
importantissimi,
che
riguardano
i
rapporti
tra
adulti.
Altra
cosa,
invece,
è
decidere
che
qualora
muoia
il
genitore
naturale
di
un
minore
e
il
compagno
o
la
compagna
con
i
quali
il
minore
stesso
è
magari
cresciuto
per
anni,
ai
quale
si
è
voluto
lo
stesso
bene
che
per
il
genitore
effettivo,
decida
di
adottarlo
e
aiutarlo
così
a
superare
l’enorme
dolore,
qualcuno
–
il
Legislatore
–
possa
pensare
sia
meglio
affidarlo
a
…
un
orfanotrofio.
Ma
questa
gente,
mi
chiedo:
sa
di
cosa
parla?
Chi,
mi
chiedo,
in
scienza
e
coscienza
può
pensare
che
un
bambino
possa
crescere
meglio
ed
essere
più
tutelato
in
una
struttura
per
orfani,
o
in
una
casa
famiglia,
o
anche
in
una
pur
meritoria
famiglia
di
affido,
rispetto
a
continuare
la
sua
già
triste
e
provata
vita,
per
la
perdita
di
mamma
o
papà,
nella
propria
casa,
insieme
a
chi
da sempre, ricambiato, lo conosce e lo ama? Sono disorientata.
A. Bergantino