I possibili “perché” della crisi mondiale
Mi
è
capitato
spesso
di
chiedermi
che
cosa
provasse
e
pensasse
la
gente
prima
di
una
guerra.
Se
avessero
dei
presentimenti,
se
sentissero
disagio.
Non
così
chiaramente.
Almeno
non
le
persone
comuni
che
continuavano
a
vivere,
lavorare
e
penare
come
sempre.
La
sciagura
capitava
loro
addosso
all'improvviso
senza
che
si
fossero
accorti
dei
segnali,
che
pure
c'erano.
Ma
a
quei
segnali
non
avevano
voluto
credere
perché
la
vita
è
tenace
e
arriva
a
negare
l'evidenza
pur
di
continuare
a
sperare.
Così
è
successo
nel
2001
per
le
due
torri
e
così
è
capitato
nel
2008
per
la
crisi
economica
mondiale.
A
luglio
se
n'è
cominciato
a
parlare,
ma
in
fondo
nessuno
ci
credeva
veramente.
Ciascuno
pensava
che
si
trattasse
di
una
bolla
negativa
che
si
sarebbe
sciolta
prima
di
provocare
veri
danni.
Ma
i
danni
sono
arrivati
e
hanno
fatto
stragi
nel
nostro
mondo
agiato
e
non
più
disposto
a
tornare
alla
dura
disciplina
dei
tempi
andati.
Forse
che
i
“grandi”
sapevano
che
sarebbe
successo?
E'
credenza
diffusa
che
il
mondo
e
le
sue
sorti
siano
in
mano
a
pochi
individui
onnipotenti
che
manovrano
i
fili
della
finanza,
dell'economia
e
delle
persone
con
diaboliche
strategie
atte
a
conseguire
i
propri
scopi.
Probabilmente
queste
“super
menti”
esistono,
ma
sono
programmate
solo
per
il
profitto.
Le
loro
azioni
non
sono
intelligenti,
non
hanno
una
visione
a
lungo
termine,
Non
sono
permeabili
all'umanesimo,
perciò
guerre
e
catastrofi
finanziarie
dipendono
in
gran
parte
da
coincidenze,
dall'onda
lunga
provocata
dalla
piccolezza
degli
uomini,
dalla
loro
avidità,
stupidità e cecità.
Nadia Mai