A carnevale, ogni scherzo fa … male
Spettabile Redazione
Ho
appreso
recentemente
con
sgomento,
dai
mezzi
di
informazione,
che
nell’imminenza
del
carnevale
una
nota
ditta
di
commercio
online
metteva
in
vendita
costumi
(per
bambini!)
da
…
“Profugo”.
Sempre
secondo
alcuni
giornali,
in
passato
altri
avrebbero
commercializzato
costumi
da
…
“Guerriglieri
dell’Isis”.
Mi
chiedo,
senza
retorica,
dove
andremmo
a
finire
se
queste
notizie
fossero
vere.
È
possibile,
mi
chiedo
ancora,
che
il
cinismo
abbia
ormai
raggiunto
punti
così
alti
(bassi,
in
realtà)
nella
nostra
società?
È
davvero pensabile che qualcuno creda sul serio di poter speculare su tali tragedie?
Grazie per l’attenzione.
Lettera firmata
Anche
noi
abbiamo
appreso
di
quel
che
racconta
chi
ci
scrive
e,
a
nostra
volta,
siamo
rimasti
inorriditi.
Sono
fatti
gravissimi
(che
tali
restano
anche
se
la
ditta
in
questione,
a
seguito
delle
numerose
proteste,
pare
abbia
subito
ritirato
il
prodotto
dalla
distribuzione),
ma
che
purtroppo
non
ci
stupiscono.
Fa
parte,
infatti,
della
scellerata
corsa
al
rialzo
(al
ribasso,
in
realtà)
che
larga
scala
della
nostra
società
compie
ogni
giorno,
nel
tentativo
di
stupire
e
stupirsi,
considerando
tutto
quel
che
accade
come
parte
di
un
video
gioco
globale
del
quale
si
crede
protagonista.
Senza
filtri,
dunque
e
(quel
che
è
più
grave)
senza
forse
rendersi
neppure
conto
di
quel
che
fa.
Rigirando
la
domanda
che
ci
viene
posta,
infatti,
prima
ancora
di
indignarci
verso
chi
quei
costumi
li
produce
e
li
vende,
non
dovremmo
essere
sopraffatti
da
uno
sgomento
ancora
maggiore,
nel
pensare
che
tra
noi
ci
siano
genitori
in
grado
–
scientemente
-
di
travestire
i
propri
bambini
(giusto
perché
a
carnevale
ogni scherzo vale …) da persone disperate, quando non addirittura da miserabili tagliagole?