Non tutto il fango vien … per nuocere
Oggi
sono
passata
in
Piazza
Leonardo
da
Vinci
e
guardando
lo
storico
edificio,
già
sede
dei
Vigili
Urbani
e
che
ora
ospita
il
Centro
provinciale
di
istruzione
per
adulti
(C.P.I.A.),
ho
guardato
la
lapide
che
ricorda
l’alluvione
del
1948
e
il
livello
raggiunto
in
quel
punto
dall’acqua.
Nel
1948
avevo
due
anni
e
di
quell’alluvione
ne
ho
solo
sentito
parlare,
ma
mio
marito
ne
aveva
cinque
e
frequentava
l’Educatorio
Infantile
“Lina
Borgo”,
molto
vicino
a
quel
luogo.
I
suoi
ricordi
di
bambino
sono
legati
al
fango!
Non
a
quello
che
tutto
sporcava,
che
bisognava
spalare,
che
rendeva
inservibile
tutto
ciò
che
ricopriva,
ma
al
fango
da
usare
come
pasta
per
modellare.
Le
cantine
della
scuola
ne
erano
piene
e
le
maestre
lo
avevano
messo
a
disposizione
dei
bambini
che,
ovviamente,
a
quel
tempo
non
avevano
la
plastilina,
il
Das
o
la
pasta
di
sale.
Così
quel
tragico
evento
è
rimasto
legato
ai
suoi
ricordi
infantili
come
una
opportunità
per
dare
sfogo
alla
fantasia
e
alla
capacità
di
manipolazione.
Va
detto
che
quelle
erano
maestre
meravigliose,
dell’unico
asilo
(oggi
scuola
materna)
laico
della
città
di
Asti,
che
applicavano
il
metodo
Montessori
e
non
temevano
che
i
loro
alunni
si
sporcassero,
o
che
quel
fango
potesse
portare
infezioni.
Per
la
cronaca:
non
mi
risulta
–
né
mi
stupisce
-
che
alcuno
di
quei genitori si sia lamentato!
Rita De Alexandris