Se anche lo stupro diventa un gioco
…
E'
nei
piccoli
episodi
di
vita
quotidiana
che
si
pongono
le
basi
della
violenza
che
poi
potrebbe
esplodere.
Giorni
fa,
per
esempio,
sono
venuta
a
conoscenza
dell'esistenza
di
un
gioco
elettronico
la
cui
vendita
è
vietata
ai
minori
di
18
anni,
che
invece
è
stato
venduto
a
ragazzini
di
12
anni.
In
cosa
consiste?
Da
una
macchina
in
corsa
un
passeggero
spara
a
caso
sui
passanti
e
cerca
di
ucciderne
il
più
possibile.
Poi
interviene
la
polizia
e
comincia
la
sparatoria
contro
i
poliziotti.
Questo
è
il
primo
livello.
Il
secondo
consiste
nello
stupro
–
si:
lo
stupro!
-
di
prostitute,
che
poi
debbono
essere
picchiate
a
sangue
e,
infine,
derubate.
Di
questo
vergognoso
nuovo
“divertimento”,
mi
è
stato
riferito
da
una
persona
che
ha
raccolto
le
confidenze
imbarazzate
del
proprio
figlio,
amico
di
chi
aveva
comprato
il
gioco.
Non
voglio
criminalizzare
i
genitori
di
quest'ultimo
(un
dodicenne,
appunto!)
che
senz’altro
non
hanno
verificato
il
“gioco”
e,
probabilmente,
si
fidavano
del
rivenditore,
ma
penso
che
giochi del genere non dovrebbero proprio circolare. Nemmeno tra i maggiorenni!
Lettera firmata
Per
quanto
si
possa
faticare
a
credere
una
cosa
del
genere,
bisogna
arrendersi
all’evidenza.
Forse
però,
senza
con
questo
voler
fare
il
processo
a
nessuno,
una
maggiore
attenzione
da
parte
dei
genitori
sui
“giochi”
preferiti
dai
figli
-
magari
anche
solo
chiedendo
loro,
qualche
volta,
di
giocare
insieme
-
potrebbe
essere
utile
a
prescindere
dalla
serietà
reale,
o
presunta,
dei
fornitori.
L’amara
considerazione,
infine,
è
che
se
un
video
gioco
di
questo
tipo
lo
si
può
vendere
regolarmente,
sia
pure
ai
maggiorenni
(che
comprano
giochi
del
genere?),
si
ha
paura
a
immaginare
cosa
possa
girare
ed
essere
così
disponibile
per
molti, illegalmente, sul web.
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