Gli Ebrei sono un popolo speciale
Il
recente
articolo
da
voi
pubblicato
sul
Ghetto
di
Venezia
e
la
morte
recentissima
dell’ex
presidente
israeliano
Shimon
Peres,
mi
hanno
ricordato
di
quando
lo
scrittore
David
Grossmann,
invitato
a
Casale
Monferrato
nell’ambito
del
festival
di
cultura
ebraica
“Oy,
Oy,
Oy”,
si
dichiarò
stupito
nel
constatare
che
l’opinione
prevalente
era
quella
che
gli
Ebrei
fossero
“speciali”.
Non
ebbi
modo
di
replicare,
ma
avrei
voluto
dirgli
che
era
un
dato
di
fatto
di
cui
avrebbe
dovuto
essere
per
primo
consapevole.
La
sola
constatazione
che
il
popolo
Ebraico
è
l’unico
sopravvissuto
a
millenni
di
storia,
di
diaspore
e
persecuzioni.
I
Fenici,
gli
Assiri,
gli
Ittiti,
gli
Egizi
e
perfino
i
Romani
sono
scomparsi,
ma
questo
piccolo
popolo,
unito
solo
dalla
fede
nel
Dio
unico,
ha
attraversato
i
secoli
disperso
tra
le
genti,
conservando
sempre
la
propria
forte
identità.
Essendo
minoranza
spesso
perseguitata,
ha
affinato
tecniche
di
sopravvivenza
e
acuito
l’ingegno.
La
religione,
anche
per
gli
Ebrei
non
credenti,
è
stata
il
lievito
e
il
collante.
La
necessita
di
studiare
i
testi
sacri
ha
fatto
sì
che
i
bambini
ebrei
sapessero
leggere
e
scrivere
quando
i
servi
della
gleba
vivevano
in
condizioni
appena
poco
superiori
a
quelle
animali.
Penso
che
in
questo
mondo
globale
a
cui
cerchiamo
di
adattarci
con
fatica,
l’esempio
di
questo
piccolo
popolo
indomito
debba
essere
considerato un faro, un monito, e una possibilità di salvezza per tutti.
Nadia Mai