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di Gianfranco Monaca
07/11/2017
Erasmo che ancor non è dottor
Rivista online del Cepros Asti - OdV
Redazione: Palazzo Ottolenghi, C.Vittorio Alfieri, 350, 14100 , Asti.
Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014
Direttore Responsabile: Alessia Conti
La
“Riforma”
(e
la
relativa
“Controriforma”
Tridentina)
non
é
ancora
entrata
nella
post-modernità.
Le
religiosità
istituzionali
e
le
relative
scuole
di
spiritualità
legate
ciascuna
al
proprio
sistema
teologico/dogmatico,
faticano
a
scoprire
una
spiritualità
della
pace
laicamente
concepita,
secolarizzata,
indipendente
dall’ipotesi
Dio,
tenendo
conto
del
fatto
che
molti
uomini
e
donne
sono
di
fatto
operatori
di
pace
pur
senza
appartenere
ad
alcun
credo
religioso.
Erasmo
aveva
intuito,
evangelicamente,
che
il
valore
della
Pace
comprende
tutti
i
valori
umani
e
divini,
perciò
si
rifiutava
di
schierarsi
con
uno
o
con
l’altro
dei
due
eserciti
belligeranti.
«Le
spiritualità
anateistiche
sono
lo
spazio
di
mezzo
in
cui
il
teismo
dialoga
liberamente
con
l’ateismo,
a
partire
da
una
condizione
di
ricerca»,
scrive
il
sociologo
delle
religioni
Luigi
Berzano
(“Spiritualità”.
Editrice
Bibliografica,
Milano
2017).
La
spiritualità
della
Pace,
vissuta
come
spazio
di
mezzo
aperto
alla
ricerca,
sarebbe
la
vera
riforma
di
cui
l’umanità
ha
urgente
bisogno.
Perché
la
storia
celebra
Lutero
come
unico
protagonista
della
Riforma,
benché
Erasmo
sia
da
Lutero
stesso
riconosciuto
come
maestro?
«Perché
-
così
Stefan
Zweig,
nel
1938,
alla
vigilia
del
secondo
grande
disastro
mondiale
-
la
cultura
politica
bene
espressa
da
Machiavelli
nel
suo
Principe
,
non
poteva
concepire
un
mondo
che
non
fosse
nettamente
distinto
in
vincitori
e
vinti,
mentre
il
mondo
di
Erasmo
era
quello
della
trattativa
e
del
dialogo
oltre
ogni
ragionevole
speranza».
La
Chiesa
cattolica
non
ha
ancora
risolto
il
proprio
conflitto
interno
a
favore
di
una
scelta
decisa
e
inequivocabile
per
la
nonviolenza
e,
di
conseguenza,
conserva
un
atteggiamento
ambiguo
nei
confronti
del
radicalismo
evangelico.
Quando
non
ne
può
fare
a
meno
–
come
nel
caso
di
Francesco
d'Assisi
–
preferisce
ricorrere
all'eccezionalità
delle
manifestazioni
mistiche.
Altra
cosa
per
la
giustificazione
religiosa
della
violenza:
san
Bernardo
di
Clairvaux
è
stato
dichiarato
“dottore
della
Chiesa”
pur
avendo
dichiarato
e
scritto
che
uccidere
un
infedele
è
in
atto
meritorio
agli
occhi
di
Cristo.