Gli immigrati e i "nostri" immigrati.
Sono
sempre
stata
tenera
e
compassionevole
nei
confronti
degli
immigrati,
soprattutto
pensando
ai
milioni
di
Italiani
che
nel
secolo
scorso
hanno
dovuto
emigrare
in
condizioni
simili
o
anche
peggiori.
Però,
tempo
fa
ero
a
Ventimiglia
e
non
nascondo
di
aver
provato
un
moto
di
fastidio
vedendo
tutti
quei
ragazzi
di
colore,
sani
e
di
bell'aspetto,
col
telefonino
in
mano,
bighellonare
per
strada
senza
altra
prospettiva
che
non
sia
quella
di
essere
mantenuti
a
vita
dallo
Stato
che
li
accoglie.
Non
è
colpa
loro:
partono
allettati
da
false
speranze,
ingannati
dalla
prospettiva
di
un
futuro
migliore
che
li
troverà
invece
schiavi,
o
costretti
a
delinquere
o,
nel
migliore
dei
casi,
oggetti
perenni
di
pubblica
assistenza.
So
che
è
un
fenomeno
inevitabile
e
difficilmente
controllabile,
ma
capisco
anche
la
contrarietà
sempre più diffusa di coloro che sono costretti a vivere in contiguità con questa situazione.
Nadia Mai
Per
quanto
possa
esserci
del
vero
in
ciò
che
scrive,
quella
della
signora
Mai
sembra
essere
una
visione
un
po’
troppo
negativa.
Innanzitutto
perché
molti
degli
immigrati
che
arrivano
nel
nostro
Paese,
riescono
a
inserirsi
positivamente
nel
mondo
del
lavoro.
Altri,
invece,
arrivano
in
Italia
dal
mare,
ma
con
la
volontà
precisa
di
riuscire
a
raggiungere
le
proprie
comunità
presenti
in
altri
Paesi
europei.
Certo,
per
chi
fugge
dalla
guerra
ed
è
in
attesa
di
ottenere
lo
stato
di
rifugiato
l’iter
è
più
lungo
e,
in
alcuni
casi
anche
recentissimi,
è
innegabile
che
alcuni
episodi
anche
gravi
siano
purtroppo
accaduti.
Resta
innegabile
che
il
fenomeno,
per
essere
risolto,
come
peraltro
è
stato
più
volte
scritto
anche
sulle
pagine
di
Identità,
vada
gestito
in
dimensione
europea
e
non
solo
italiana.
Un’ultima
annotazione
sul
telefonino
che
spesso
si
vede
in
mano
ai
cittadini
extracomunitari,
suscitando
più
di
una
perplessità
sul
loro
effettivo
stato
di
bisogno.
Non
ci
si
deve
fermare
alle
apparenze,
né
cedere
alla
demagogia:
spesso
sono
i
soli
strumenti
di
cui
sono
dotate
queste
persone
per
non
rimanere
tagliati
fuori,
per
sempre,
dal
mondo
e
dagli
affetti
da
cui
provengono.
Le
schede Sim, non va dimenticato, rimangono attive in ricezione per un anno, anche se prive di credito.