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RISO AMARO
La Vignetta di Gianfranco Monaca
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1/1/0001 6:00:00 AM
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IO LA PENSO COSI'
La Rubrica dei Lettori
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di Silvia Gallo e Giorgio Ghia
23/05/2017
Fino
a
qualche
decennio
fa
il
termine
working
poor
sarebbe
stato
rubricato
come
contraddittorio,
un
ossimoro.
Nei
cosiddetti
anni
del
boom
economico
che
hanno
fatto
seguito
al
periodo
di
ricostruzione
post-bellica,
non
esisteva
un
nesso
diretto
tra
lavoro
e
povertà.
Chi
occupava
un
posto
di
lavoro
–
e
generalmente
si
trattava
di
posto
fisso
–
nulla
aveva
a
che
fare
con
la
povertà.
Povero
era
semmai
colui
che
aveva
dovuto
subire
situazioni
negative
legate
all’andamento
congiunturale
dell’ambito
lavorativo
o,
sul
piano
personale,
legato
a
qualche
problema
invalidante
come
alcolismo
o
tossicodipendenza.
Nel
panorama
del
sistema
sociale
esistente
non
si
verificava
una
sovrapposizione
tra
i
due
termini.
Oggi
il
lavoro
ha
cessato
di
essere
una
garanzia
contro
la
povertà:
è
infatti
aumentato
in
modo
significativo
il
numero
di
nuclei
familiari
in
povertà
in
cui
almeno
una
persona
risulta
impiegata.
L’aumento
dei
lavoratori
poveri,
o
a
rischio
di
povertà,
è
una
tendenza
non
solo
italiana
ma
presente
anche
a
livello
europeo
a
partire
dalla
fine
degli
anni
‘90
dello
scorso secolo.
Rivista online del Cepros Asti - OdV
Redazione: Palazzo Ottolenghi, C.Vittorio Alfieri, 350, 14100 , Asti.
Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014
Direttore Responsabile: Alessia Conti
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