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Rivista online del Cepros Asti - OdV
Redazione: Palazzo Ottolenghi, C.Vittorio Alfieri, 350, 14100 , Asti.
Reg. Tribunale di Asti n. 1373/14 del 20 Ottobre 2014
Direttore Responsabile: Alessia Conti
D’intelligenza e fughe. Panoramica italiana di Antonio Rinetti
Forse
non
tutti
sanno
che
l'Italia
può
vantare
un
primato
assai
poco
invidiabile: quello di Paese tra i meno acculturati del Pianeta.
Lo
dice
l'Index
of
Ignorance,
un
rapporto
stilato
periodicamente
da
Ipsos
Mori,
sulla
scorta
di
una
serie
di
statistiche
internazionali
elaborate
su
un
campione
di
oltre
diecimila
persone
tramite
un
questionario
teso
a
verificare
il
livello
di
conoscenza
socioeconomica del proprio Paese.
Tralascio
per
pudore
le
«
perle
»
che
contraddistinguono
le
risposte
dei
malcapitati
intervistati di casa nostra.
Tuttavia nulla è frutto del caso.
Analizzando
nei
dati
la
situazione
complessiva
della
nostra
Scuola
,
considerata
fino
a
non
molti
decenni
fa,
come
la
Sanità
Pubblica,
un
fiore
all'occhiello,
abbiamo
la
conferma
che
rappresentiamo, se non l'ultimo, uno dei fanalini di coda in ambito UE e Ocse.
Solo
il
62,2
%
delle
persone
tra
i
25
e
i
64
anni
in
Italia
possiede
almeno
un
diploma,
contro
una
media
UE
del
78,7%,
in
cui
primeggiano
Germania
(86,6%) e Francia ( 80,4%).
Stesso
discorso
per
i
possessori
di
una
laurea,
con
un
gap
sempre
più
in
crescita
con
l'Europa,
con
alcune aggravanti in aggiunta.
La
prima
si
riferisce
ad
una
popolazione
di
decine
di
migliaia
di
ventenni,
se
non
trentenni,
che
abbandona
il
percorso
di
studi
per
impantanarsi
nelle
paludi
della
disoccupazione
o,
nella migliore ipotesi, di una forma di sotto occupazione.
La
seconda
è
la
difficoltà
degli
studenti
italiani
nello
scegliere
corsi
basati
su
discipline
tecnico
scientifiche
(
i
cd.
STEM,
acronimo
per
indicare
Science,
Technology,
Engineering
and
Mathematics),
facoltà
che
anche
in
tempi
di
crisi
assorbono
personale
qualificato
e
destinato normalmente a carriere importanti.
La
terza
è
la
nostra
debolezza
strutturale
nell'investire
in
campo
accademico
e
soprattutto
nella
Ricerca:
siamo
almeno
di
un
punto
per
cento
di
PIL
sotto
i
nostri
cugini
europei.
Conseguenza
di
ciò
è
la
fuga
dei
«cervelli
»
all'estero,
che
è
soprattutto
perdita
di
know
how
e
impoverimento
culturale
destinato
a
indebolire
sempre
di
più il Paese negli anni a venire.
In
tempi
di
pandemia
si
è
data
precedenza
a
temi
quali
i
banchi
a
rotelle
piuttosto
che
a
politiche
attive
di
studio
e
di
collegamento
col
mondo
del
lavoro,
mostrando
ancora
una
volta
il
vizio
italico
di
guardare
all'oggi
senza
capire
che
un
Paese
che
non
pone
al
centro
la
Scuola non avrà purtroppo un futuro radioso.
Antonio Rinetti
Antonio Rinetti
Antonio
Rinetti,
laurea
in
Giurisprudenza,
ha
maturato
un’esperienza
ultratrentennale
nell’ambito
delle
Risorse
Umane
di
importanti
società
italiane
(Fiat,
Teksid)
e
multinazionali
(Westinghouse,
Danone,
Johnson
&
Johnson
e
PPG)
in
qualità
di
Direttore
del
Personale
delle
consociate
italiane
e
con
un’esperienza
europea
triennale
di
direzione
di
headquarter
a
Parigi.
Per
oltre
dieci
anni
è
stato
Direttore
Risorse
Umane
di
Mediobanca,
Banca
di
Credito
Finanziario
e
coordinatore
per
conto
della
Capogruppo
delle
politiche
HR
del
Gruppo
Bancario,
costituito
da
società
leader
nel
credito
al
consumo
(Compass)
nel
leasing
(Selma
BPM)
e
nel
retail
(Chebanca!).
E’
membro
al
secondo
mandato
del CdA della Biblioteca Astense
.